Sono molto legata a questa piccola lampada poiché ricordo, come fosse ieri, quando nel 2010 Foscarini la presentò per la prima volta. Ad attirare la mia attenzione era il fatto che Binic fosse disegnata una giovane designer di origine bretone a me sino ad allora sconosciuta: Ionna Vautrin. Era giovane e brava, non era un nome famoso e soprattuto era donna: tutte caratteristiche che, in un momento di crisi come quello che l’Italia stava attraversando, in qualche maniera, dava un po’ di speranza a chi come me, a quei tempi, amava disegnare lampade decorative per le aziende.Foscarini, con questo progetto portava in Italia aria fresca, l’aria della Bretagna. Com’è dal vivo la lampada Binic di Foscarini?
L’ispirazione di Ionna proviene dal mare che circonda la sua regione e disegna così una forma che evoca quella delle maniche a vento presenti sulle barche. “Binic” è un faro della Bretagna e il nome ben si accosta a questo piccolo faro che lei ha creato.
Il colore è una componente molto importante sin dall’origine del progetto e quest’anno Ferruccio Laviani con la “capsule collection” Be /Coulor applica a Binic dei nuovi colori pastello, abbinamenti decisi e dal sapore rètro che esaltano ancora di più le caratteristiche formali uniche di questo piccolo faro. Ne risulta così una simpatica, piccola lampada che proietta la luce in una specifica direzione e che definisce uno spazio personale, una luce intima, una di quelle lampade che quando la vedi hai voglia di regalare. La sorgente è una lampadina a risparmio energetico a luce calda con attacco E14.
Il resto è documentato qui di seguito, senza filtri. L’ho aperta, montata, guardata, fotografata ed anche testata.
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